Le donne nelle arti
Le donne nellearti CAPITOLO 4
Le donne nelle arti
Le donne nellearti CAPITOLO 4
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Molte raffigurazioni di donne, poche artiste donne…
Anne Vallayer-Coster, Natura morta con alcionacea, conchiglie e litofiti,
1769, olio su tela, 130 x 97 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/René-Gabriel Ojeda
Marie-Denise Villers, Studio di donna dal vero, conosciuto anche come Ritratto di Madame Soustra,
1802, olio su tela, 146 x 114 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto (C) RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Jean-Gilles Berizzi
Barbara Longhi, Madonna col bambino che incorona una monaca,
fine XVI/inizio XVII secolo, olio su tela, 39 x 32 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Adrien Didierjean
Marguerite Gérard, L’allieva interessante,
1786 circa, olio su tela, 65 x 54 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Mathieu Rabeau

Un po’ come il Museo nazionale delle Belle Arti di Algeri, che quasi non aveva opere di artisti algerini, la maggior parte dei musei non ha opere di artiste donne… persino oggi!

 

Nel 2021, in Francia, le opere d’arte realizzate da donne all’interno delle collezioni dei musei rappresentavano solo il 4% del totale.

 

E nel 2012, il gruppo attivista Guerrilla Girls denunciò che nella sezione dedicata all’arte moderna e contemporanea del MoMA di New York, le artiste donne rappresentavano una percentuale inferiore al 4%, mentre i nudi femminili ben il 76%.

Perché una percentuale così alta di nudi femminili? Beh, per moltissimo tempo gli artisti uomini (per i quali era più facile diventare artisti professionisti rispetto alle donne) realizzavano opere per mecenati uomini. E i gusti di questi mecenati si orientavano maggiormente verso soggetti femminili raffigurati con un tocco di erotismo.

Poster nelle Guerrilla Girls, Conscienza del mondo dell’arte,
2012, DR
In sintesi

Le collezioni dei musei includono poche opere di artiste donne, ma molte opere che raffigurano le donne.

2
Modelle passive ?

Chi sono le donne raffigurate nelle opere, o le “modelle” ?

 

Prima di tutto, potrebbero essere le committenti dell’opera, appartenenti quindi alle fasce più ricche della società. Questo è il caso, ad esempio, della famosa Monna Lisa.

 

L’identità della modella è stata dibattuta a lungo, ma molto probabilmente si tratta di Lisa del Giocondo, moglie di un ricco mercante di stoffe fiorentino.

 

Oggi, la Monna Lisa è così famosa che appare come guest star in un video musicale di Jay-Z e Beyoncé.

Leonardo da Vinci, La Gioconda,
1503–1519, olio su tavola, 80 x 53 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Michel Urtado
The Carters (Beyoncé & Jay-Z), Apeshit (immagine tratta dal video musicale),
2018
La sorella: Gustave Courbet, Ritratto della sorella Juliette Courbet da bambina, mentre dorme,
1841 circa, matita, 19 x 22 cm, Museo d’Orsay, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo d’Orsay)/Tony Querrec
La partner: Pierre-Paul Prud’hon, Ritratto di Miss Mayer, pittrice,
fine XVIII secolo, pastello, 41 x 32 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Martine Beck-Coppola
La suocera: Jacques-Louis David, Madame Charles-Pierre Pécoul, nata Potain, suocera dell’artista,
1784, olio su tela, 92 x 72 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Louvre)

Quando non lavoravano a una commissione, spesso gli artisti usavano come modelle le persone a loro più vicine:

 

  • La sorella
  • La partner
  • La suocera

Le modelle professioniste venivano utilizzate inizialmente negli studi privati, e successivamente nelle accademie di pittura, dove avevano luogo sessioni di disegno dal vero.

 

Per dipingere questo quadro, Corot chiamò Emma Dobigny, una famosa modella professionista che aveva già posato per altri pittori, come Edgar Degas ed Édouard Manet.

 

In ogni caso, le modelle non avevano necessariamente un ruolo passivo, anzi: alcune diventavano delle vere proprie consigliere. Gli artisti, infatti, si trovavano spesso da soli di fronte alla loro tela, e a volte avere una prospettiva esterna può essere molto utile!

Camille Corot, La signora in blu,
1874, olio su tela, 80 x 50 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto (C) RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Adrien Didierjean
In sintesi

Le modelle che posavano per le opere potevano essere le persone che avevano commissionato l’opera, le donne più vicine all’artista, oppure delle modelle professioniste.

3
Musiciste e danzatrici: una realtà oltre l’opera d’arte
E ora parliamo di musica.

Le donne hanno praticato questa arte per secoli. Diamo un’occhiata ad alcuni strumenti che risalgono ai tempi antichi:

Statua di Henoutideh, cantante di Amon, mentre regge un sistro/Sistro decorato con la testa della dea Hathor,
Statua: tra il 1424 e il 1400, arenaria, Museo del Louvre, Parigi. Foto © Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Christian Décamps / Sistro: tra il 664 e il 332 a.C., bronzo, 28 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto (C) Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Christian Décamps

Sistro :

 

Per produrre un suono, questo strumento dell’antico Egitto deve essere impugnato e scosso. Il rumore dagli anelli sulle traverse spesso accompagnava le processioni in onore delle dee Iside e Hathor. Quest’ultima, riconoscibile dalle corna di mucca, è raffigurata sul manico di questo sistro.

Statuetta di Susa/Arpa triangolare
Statuetta: tra il 305 a.C. e il 224, argilla, 9 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Thierry Ollivier / Arpa: tra l’808 e il 766 a.C., legno e pelle, Museo del Louvre, Parigi. Foto (C) Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Hervé Lewandowski

Arpa :

 

Questo tipo di arpa triangolare era usato quasi esclusivamente dalle donne.

Pittura murale di Pompei (dettaglio)/Lira
Tra il 62 e il 79 d.C., malta, 52 x 40 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Hervé Lewandowski

Lira :

 

La lira fa parte della famiglia delle arpe. È anch’essa uno strumento a corde pizzicate, ma ha un’altra forma rispetto alla sua sorella maggiore.

Statuetta di Eretria/Tamburello egiziano
Statuetta: tra il 300 e il 250 a.C., argilla, 27 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Hervé Lewandowski / Tamburello: tra il 798 e il 760 a.C., legno e pelle, Museo del Louvre, Parigi. Foto (C) Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Hervé Lewandowski

Tamburello :

 

Nell’antica Grecia, era comune rappresentare le danzatrici con tamburello, ma resti di questi strumenti sono stati trovati anche in Egitto.

Concerto in un giardino/rebab marocchino
Concerto: XVIII secolo, guazzo, 30 x 20 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Claire Tabbagh/Collezioni digitali / Rebab: 1832 circa, legno, ferro, pelle, legno di cocco, 91 cm, Museo Nazionale Eugène-Delacroix, Parigi. © 2016 Museo del Louvre/Georges Poncet

Rebab :

 

La figura al centro suona uno strumento che assomiglia a un rebab, uno strumento a corde suonato con un arco, un po’ come un violino!

In sintesi

Le opere che rappresentano musiciste o donne con strumenti musicali testimoniano la loro esistenza, in particolare nell’antichità.

4
Vizi e virtù nella pratica musicale

 

Mosso dal desiderio di sminuire una donna che considerava una minaccia, un politico dell’antica Roma disse di lei che cantava e danzava meglio di quanto fosse necessario per una donna onesta. Che cosa intendeva veramente?

 

Questa affermazione mostra l’atteggiamento spesso ambivalente della società nei confronti di musiciste e danzatrici.

 

Da un lato, la musica era considerata un’arte “alta”, soprattutto quando veniva praticata in determinate circostanze, come le cerimonie religiose o le lezioni private.

Jean-Honoré Fragonard, La lezione di musica,
– 1765–1770, olio su tela, 109 x 121 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Franck Raux
Rilievo romano con una scena di libagione,
– I secolo d.C., marmo, 50 x 62 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Hervé Lewandowski
Pittore di Colmar, Coppa con figura rossa,
– 490 a.C., argilla, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Hervé Lewandowski

 

A volte, però, esiste una linea sottile tra le pratiche artistiche come queste, e ciò che alcuni considerano atti di dissolutezza o viziosità.

 

– Nell’antichità, le etere, cortigiane con un alto livello culturale, intrattenevano gli uomini che accompagnavano con musica e danze. Per alcuni, queste arti erano considerate quasi alla stregua di vizi, in quanto erano legate alla professione di prostituta.

Lastra decorativa romana chiamata Campana,
Inizio I secolo, argilla, 43 x 28 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © Museo del Louvre, Dist. RMN-Grand Palais/Hervé Lewandowski

 

Nella mitologia greca, le menadi (chiamate “baccanti” dai Romani) sono figure femminili associate alla dissolutezza, dedite ai piaceri della danza e della musica.

In sintesi

La pratica della musica da parte delle donne è stata considerata una virtù in determinate situazioni e un vizio in altri contesti.

5
Il ruolo delle benefattrici
Leonardo da Vinci, Ritratto di Isabella d’Este,
1499-1500, disegno, 61 x 47 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Michel Urtado

Forse il nome di Isabella d’Este non ti dice nulla, ma questa donna ebbe una tale influenza nell’Italia del XV secolo che fu soprannominata “prima donna del Rinascimento”.

 

Perché ebbe un tale onore? Come mecenate, utilizzava la propria fortuna per sostenere il lavoro degli artisti, ad esempio commissionando opere. Questo consentiva a pittori come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Andrea Mantegna di sostenersi.

 

In più, Isabella d’Este prese in mano le redini del governo in diverse occasioni, quando il marito era assente. Ma questo non era certo un problema per una donna determinata come lei, che conosceva perfettamente la politica e la geopolitica.

Andrea Mantegna, Marte e Venere, conosciuta anche come Parnaso,
fine XV secolo, tempera su tela, 160 x 183 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Stéphane Maréchalle
In sintesi

Des femmes mécènes comme l’italienne Isabelle d’Este ont une grande influence sur la vie artistique et politique.

6
Oggi conosciamo poche donne artiste, ma la Storia non è scolpita sulla pietra…
Rosalba Carriera Giovanna, Ritratto di giovane con scimmia,
prima metà del XVIII secolo, pastello, 62 x 48 cm, Museo del Louvre, Parigi. Foto © RMN-Grand Palais (Museo del Louvre)/Michel Urtado

Come abbiamo visto, le donne sono molto presenti nelle opere d’arte, ma poche sono state considerate artiste professioniste. Ciò non significa che in passato le artiste non esistessero, anzi: alcune si guadagnarono anche una reputazione a livello internazionale.

 

Alcune, come Vigée-Le Brun, Rosalba Carriera e altre, riuscirono a guadagnarsi da vivere e a diventare famose grazie alle loro opere.

 

E c’è ancora molto da scoprire. Dobbiamo tenere presente che molte delle opere più antiche non sono firmate, e potrebbero benissimo essere state realizzate da donne.

 

Non dimentichiamo inoltre che molte donne lavoravano negli studi di famiglia, che portavano il nome del padre o del marito.

 

Per quanto non sia un lavoro semplice, gli storici stanno continuando a svolgere ricerche per aiutarci a scoprire sempre più artiste donne.

 

In sintesi

La ricerca storica sta identificando sempre più opere create da donne.

7
Si va per il meglio
Fortunatamente, a partire dal XX secolo le cose hanno iniziato a migliorare…

ed è sempre più frequente sentire parlare di donne artiste. Andiamo in Medio Oriente per conoscere tre donne che hanno qualcosa da dire in proposito.

Nil Yalter, Topak Ev (La iurta),
1973, struttura metallica, feltro, pelli di pecora, pelle, testo e tecnica mista, 3 m, © Su gentile concessione della collazione santralistanbul

Negli anni ’70, l’artista turca Nil Yater scoprì che i nomadi delle steppe anatoliche erano stati costretti a diventare stanziali, mettendo a rischio il loro patrimonio di tradizioni.

 

In quest’opera, l’artista reinterpreta una delle loro tende, tradizionalmente costruite e decorate dalle donne.

 

Il suo obiettivo era quello di sensibilizzare il pubblico in merito al tema del nomadismo e dell’esilio.

Yto Barrada, Ragazza in rosso, Tangeri da A Life Full of Holes: The Strait Project,
1999, stampa cromogenica, 124 x 124 cm, International Center of Photography, New York

L’artista franco-marocchina Yto Barrada si rese conto molto presto che, grazie alla sua doppia nazionalità, aveva il privilegio di muoversi liberamente, a differenza di molti marocchini che sognavano un mondo migliore.

 

Questa donna che dà le spalle all’obiettivo, con la silhouette che si staglia su uno sfondo caratterizzato da motivi tradizionali marocchini, rappresenta questo concetto.

Raeda Sa’adeh, Vacuum,
2007, 49 Nord 6 Est – Frac Lorraine collection, Metz (FR). Foto: Raeda Sa’adeh, © R. Sa’adeh

L’artista palestinese Raeda Sa’adeh mostra se stessa nell’atto di passare l’aspirapolvere in un contesto inaspettato, mettendo in discussione uno stereotipo legato alle donne.

 

La scelta di scattare la foto sulle montagne intorno a Gerico non è casuale: si tratta infatti di un territorio conteso da palestinesi e israeliani.

In sintesi

A partire dal XX secolo, sempre più donne hanno guadagnato lo status di artista professionista e si sono riappropriate delle rappresentazioni femminili.

In breve, hai scoperto:

  • Molte raffigurazioni di donne, poche artiste donne…
  • Modelle passive ?
  • Musiciste e danzatrici: una realtà oltre l’opera d’arte
  • Vizi e virtù nella pratica musicale
  • Il ruolo delle benefattrici
  • Oggi conosciamo poche donne artiste, ma la Storia non è scolpita sulla pietra…
  • Si va per il meglio
Per esercitarti

Quale percentuale (circa) di opere incluse nelle collezioni dei musei erano state realizzate da donne ?

Devi scegliere una risposta

Il sistro è…

Devi scegliere una risposta

Quale donna fu soprannominata “prima donna del Rinascimento” ?

Devi scegliere una risposta

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